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Google condannata per violazione di brevetto Sonos: risarcimento di 32,5 milioni di dollari

altoparlanti sonos

Google è stata giudicata colpevole di violazione di un brevetto di Sonos relativo ai suoi altoparlanti intelligenti e è stata condannata a versare un risarcimento di 32,5 milioni di dollari. La sentenza è stata emessa da una giuria di San Francisco venerdì scorso, che ha stabilito che gli altoparlanti di Google hanno infranto uno dei due brevetti di Sonos oggetto della disputa legale.

La contesa legale tra Google e Sonos è iniziata nel 2020, quando Sonos ha accusato Google di aver copiato la propria tecnologia brevettata per l’audio multiroom. In seguito, Sonos ha ottenuto una vittoria presso la Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti, che ha imposto un divieto limitato di importazione su alcuni dispositivi Google coinvolti nella violazione. Inoltre, Google è stato costretto a rimuovere alcune funzionalità dalla sua linea di altoparlanti intelligenti e display intelligenti.

La sentenza prevede un compenso di 2,30 dollari per ogni dispositivo che viola il brevetto, per un totale di 32.507.183,40 dollari, considerando le 14.133.558 unità coinvolte nel caso.

Nell’agosto dello scorso anno, Google ha reagito citando in giudizio Sonos, accusandola di violazione dei brevetti relativi agli altoparlanti intelligenti e alla tecnologia di controllo vocale di Google. Quest’ultimo processo, il più recente, è iniziato all’inizio di questo mese.

Eddie Lazarus, direttore legale e direttore finanziario di Sonos, ha espresso la sua gratitudine alla giuria per aver riconosciuto la validità dei brevetti Sonos e il valore dell’invenzione delle “zone scene” dell’azienda. Ha dichiarato a The Verge: “Questa sentenza conferma che Google ha ripetutamente violato il nostro portafoglio brevettuale, come già riconosciuto dalla Commissione per il commercio internazionale riguardo ad altri cinque brevetti di Sonos. Nel complesso, riteniamo che Google violi oltre 200 brevetti di Sonos e l’ammontare dei danni stabilito oggi, basato su una parte significativa del nostro portafoglio, dimostra l’eccezionale valore della nostra proprietà intellettuale. Il nostro obiettivo rimane quello di ottenere da Google un equo compenso per le invenzioni di Sonos di cui si è appropriata.”

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D’altro canto, Peter Schottenfels, portavoce di Google, ha cercato di limitare l’impatto della condanna, sostenendo che si tratta di una controversia circoscritta a funzionalità molto specifiche, che non sono di uso comune. Ha dichiarato: “Dei sei brevetti originariamente sostenuti da Sonos, solo uno è stato considerato violato, mentre le altre accuse sono state respinte per invalidità o non violazione. Abbiamo sempre sviluppato tecnologia in modo indipendente e abbiamo gareggiato sulla base del valore delle nostre idee. Stiamo valutando le nostre prossime mosse.”

La decisione della giuria non rappresenta una vittoria completa per Sonos, poiché è emerso che l’app Home di Google non ha violato un altro brevetto separato depositato da Sonos. Inoltre, il giudice ha escluso una stima di danni di 90 milioni di dollari fornita da un testimone esperto di Sonos, ritenendo alcune delle prove presentate non ammissibili, secondo quanto riportato da Law360.

Questa sentenza rappresenta una sconfitta per Google, ma entrambe le aziende sono state oggetto di critiche da parte del giudice William Alsup, che ha presieduto numerose battaglie legali tra aziende tecnologiche. Alsup ha manifestato la sua frustrazione per il fatto che la causa sia finita in tribunale, sottolineando che le due parti non sono state in grado di raggiungere un accordo. Ha definito la situazione come l'”emblema del peggio delle controversie brevettuali”.

In conclusione, Google è stata condannata a versare 32,5 milioni di dollari a Sonos come risarcimento per la violazione di un brevetto relativo ai suoi altoparlanti intelligenti. Nonostante alcune accuse respinte e la decisione a favore di Google su un altro brevetto, la sentenza rappresenta una sconfitta per l’azienda. Entrambe le parti sono state critiche dal giudice per non aver raggiunto un accordo extragiudiziale. Resta da vedere quali saranno le prossime mosse di Google e se questa decisione avrà ulteriori ripercussioni nel mercato degli altoparlanti intelligenti.

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