Il Governo, qualche mese fa, ha annunciato che il Canone Rai nel 2024 uscirà dalla bolletta della luce. Una nuova modalità di riscossione dovrà quindi essere decisa e attuata per l’abbonamento radiotelevisivo italiano. Una decisione, stando a quanto indicato dalla politica, “obbligata” dalle linee guida dell’Unione Europea in materia di mercato libero dell’energia elettrica tali per cui il Canone TV in bolletta sarebbe un “onere improprio”.
Il Canone Rai, la tassa che finanzia il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, sta per subire un importante cambiamento: a partire dal 2024, verrà tolto dalla bolletta della luce. Questa decisione, annunciata dal Governo, è stata motivata dalle direttive dell’Unione Europea riguardo al mercato libero dell’energia elettrica, secondo cui l’inserimento del Canone TV in bolletta sarebbe considerato un “onere improprio”. Tuttavia, nonostante questa determinazione politica, ci sono ancora coloro che desiderano che questa tassa rimanga in bolletta, sostenendo diverse ragioni, tra cui il rischio di un aumento dell’evasione fiscale.
Indice
I motivi per mantenere il Canone Rai in bolletta
Nonostante la decisione di rimuovere il canone Rai dalla bolletta, esiste ancora un gruppo di persone che sostiene la permanenza di questa tassa nell’addebito energetico. Tra i sostenitori più prominenti si trova il Sindacato dei Giornalisti della Rai (Usigrai), che ha recentemente espresso la sua posizione in merito. Secondo Usigrai, il Canone Rai dovrebbe rimanere in bolletta in quanto rappresenta il canone più basso d’Europa ed è stato ridotto proprio per combattere l’evasione fiscale, grazie all’inserimento nella bolletta della luce. Tuttavia, il sindacato dei giornalisti ritiene che sarebbe opportuno considerare una modulazione dell’importo per i redditi più bassi, al fine di rendere il pagamento più equo. Inoltre, Usigrai sottolinea che l’argomento secondo cui il mantenimento del Canone Rai in bolletta sarebbe richiesto dall’Europa è una “fake news” utilizzata per giustificare una scelta puramente politica. Secondo il sindacato, il metodo di riscossione attraverso la bolletta rispetta già le linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e offre trasparenza agli utenti.
Il timore di un aumento dell’evasione fiscale
Uno dei principali argomenti sostenuti dai difensori del Canone Rai in bolletta è il rischio di un aumento dell’evasione fiscale se la modalità di pagamento venisse modificata. Nel 2016, il governo Renzi introdusse la riscossione del Canone Rai attraverso i fornitori di energia elettrica, con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale. Tuttavia, la rimozione del Canone dalla bolletta potrebbe comportare la perdita di questa strategia di controllo, aprendo la possibilità che il livello di evasione fiscale ritorni ai valori precedenti al 2016. Pertanto, coloro che sostengono il mantenimento del Canone Rai in bolletta temono che una nuova modalità di pagamento possa compromettere gli sforzi fatti finora per combattere l’evasione fiscale.
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La posizione di Usigrai
Usigrai, il Sindacato dei Giornalisti della Rai, si oppone fermamente alla rimozione del Canone Rai dalla bolletta e ha espresso preoccupazione riguardo alle alternative di finanziamento proposte. Il sindacato si oppone in particolare all’ipotesi di finanziare la Rai attraverso la fiscalità generale, in quanto ritiene che ciò consegnerebbe al governo di turno un controllo totale sull’azienda. Secondo Usigrai, questa modalità di finanziamento ha spesso portato alla riduzione drastica del servizio pubblico in Europa. Attualmente, la legge italiana consente al governo di indicare l’amministratore delegato della Rai, ma l’entità e i tempi di finanziamento del servizio pubblico sono ancora determinati dalla tassa sulla bolletta. Secondo Usigrai, questa forma di finanziamento garantisce le risorse necessarie per il servizio pubblico radiotelevisivo e rispetta le sentenze della Corte Costituzionale e il Media Freedom Act della Commissione europea, che richiedono risorse certe, congrue e di lunga durata per il servizio pubblico.
Canone Rai: cosa ci si aspetta per il futuro
Le idee sulla questione del Canone Rai sembrano essere ancora molto confuse per i cittadini italiani, che si trovano divisi tra coloro che sostengono la decisione di rimuoverlo dalla bolletta e chi invece vuole che rimanga, affermando che l’argomento dell'”Europa” non ha alcun fondamento valido. Tuttavia, oltre al dibattito sulla modalità di pagamento, si pone un’altra questione riguardante il futuro della Rai e dei suoi finanziamenti. Usigrai ha espresso preoccupazione riguardo alle possibili soluzioni che sono state messe in discussione. Il sindacato si oppone all’ipotesi di finanziare la Rai attraverso la fiscalità generale, poiché ciò potrebbe compromettere l’indipendenza dell’azienda e il servizio pubblico offerto. Secondo Usigrai, esperienze simili in altri paesi europei hanno portato a un significativo ridimensionamento del servizio pubblico radiotelevisivo. Pertanto, trovare un accordo che soddisfi tutte le parti coinvolte sembra essere un compito estremamente difficile. Nonostante ciò, la maggioranza dei cittadini contribuenti auspica un’abolizione definitiva del Canone Rai. Anche il leader politico Matteo Salvini ha presentato una proposta che prevede una progressiva riduzione del Canone entro cinque anni, fino al completo azzeramento.